XR chiama i media: abbiamo bisogno di voi! Diteci la verità

18 Sep 2020 - XR Torino
Press Azioni XR Piemonte



In Piazza Castello dalle 15 di oggi, venerdì 18 settembre, ha avuto inizio una grande e festosa manifestazione organizzata da Extinction Rebellion Torino: teatro di strada, interventi, musica, un Die-In pubblico, Red Rebels e un’azione di disobbedienza civile. Siamo scesi in piazza per chiedere che le testate giornalistiche e televisive supportino la lotta contro l’estinzione, dicendo la verità sulla crisi climatica ed ecologica, l’evento più importante e gravido di conseguenze dell’intera storia dell’umanità.

Gran Die-In in Piazza Castello

Alle ore 16 in punto una folla di attivisti e di cittadini preoccupati per l’emergenza climatica ed ecologica si sono lasciati cadere a terra in Piazza Castello in un gran Die-In pubblico, per simboleggiare la vita in pericolo e la gravità dell’estinzione di massa in corso.

Mentre i corpi sono rimasti stesi a terra, cinque figure completamente vestite di rosso li hanno attraversati silenziosamente: sono le Red Rebels, gruppo di performer internazionali, che simboleggiano il sangue che ci lega a tutte le specie viventi. Ci ricordano che come esseri umani siamo interconnessi e dipendenti dalla natura e dalla vita sulla Terra, e per questo dobbiamo proteggerle.

Le Red Rebels non sono arrivate da sole: durante il Die-In, degli attivisti sono saliti sulle colonne della cancellata del Palazzo Reale e vi si sono incatenati, mentre altri si sono incollati ai lampioni della piazza. Indossavano delle maschere da scimmia e, insieme alle installazioni artistiche realizzate da Piero Gilardi, si sono coperti prima la bocca, poi gli occhi e infine le orecchie. Il riferimento è alle tre scimmie che non vedono, non sentono e non parlano: allo stesso modo, giornali, telegiornali e radio non vedono, non sentono o non parlano della crisi climatica ed ecologica nella sua drammatica complessità e gravità, mancando il loro dovere di informare il loro pubblico correttamente rispetto al preoccupante futuro che aspetta tutti noi.

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La richiesta ai media

Ieri mattina, giovedì 17 settembre, tre attivisti di Extinction Rebellion Torino si sono recati presso le sedi di RAI, La Repubblica, La Stampa e Il Corriere, per consegnare una lettera di invito ai direttori delle principali testate di informazione italiane con sede a Torino.

“Riteniamo fondamentale che i direttori di RAI, La Repubblica, La Stampa e Il Corriere ci raggiungano oggi in Piazza Castello e si impegnino pubblicamente nel dire la verità sulla crisi climatica ed ecologica, adottando la dovuta narrazione emergenziale e accogliendo le richieste riportate nel manifesto che gli verrà consegnato.” - dichiarano gli attivisti in piazza.

Il giornalismo in Italia e la crisi climatica

(Approfondimento nel Manifesto Scientifico in calce)

Negli ultimi anni alcune delle più importanti realtà giornalistiche come NBC, The Guardian e The Washington Post hanno fatto passi importanti per trattare la crisi climatica con la profondità che merita, adattando le loro redazioni a una copertura globale dei fenomeni estremi sempre più frequenti che vediamo susseguirsi nel globo.

Nonostante i grandi passi avanti fatti, l’informazione in Italia è ancora molto indietro. Secondo il Rapporto Eco-Media 2019, nei principali telegiornali italiani solo l’1,3% delle notizie ha riguardato la crisi climatica. E secondo i dati dell’ISTAT e dell’Eurobarometro, per i cittadini italiani la fonte d’informazione preferita in materia ambientale rimane quella dei programmi televisivi. Il tema viene trattato principalmente in correlazione con emergenze meteorologiche, che vengono ascritte alla generica definizione di “maltempo”, quando sarebbe opportuno spiegare che i devastanti incendi della California così come le rovinose grandinate nel veronese siano tutte facce della stessa emergenza.

La stampa libera ha il dovere morale di #direlaverità al proprio pubblico. Rifiutandosi di dare a questa crisi la rilevanza che merita, le testate giornalistiche stanno venendo meno al loro dovere di informare correttamente la cittadinanza rispetto alla gravità della crisi climatica ed ecologica e alle sue devastanti conseguenze nel futuro prossimo: questa emergenza sta già causando l’estinzione di massa delle specie viventi e minaccia di provocare il collasso della civiltà umana.

Senza il supporto e il contributo attivo di giornali, televisioni e radio, nessuna azione sarà sufficiente per ribellarci alle politiche che stanno conducendo al collasso climatico, ecologico e sociale. È necessario che le principali testate di informazione italiane prendano pubblicamente l’impegno di #direlaverità.

Con amore e rabbia,

Extinction Rebellion Torino

Cartella Foto

(in aggiornamento): https://drive.google.com/drive/folders/1EhtTvpkVUYiG3SfHf9nw_RDVTEn2A2HO?usp=sharing

Manifesto Scientifico

PERCHÉ CHIEDIAMO CHE I MEDIA DICANO LA VERITÀ?

Crediamo che la crisi climatica sia il problema più urgente della nostra epoca. Da oggi ci impegniamo a fare la nostra parte”.

Inizia così l’impegno editoriale reso pubblico nel 2019 dal The Guardian, uno dei quotidiani più letti al mondo, in cui viene presa una posizione netta sulla più grande crisi dei nostri tempi: quella climatica ed ecologica. L’obiettivo del giornale britannico non è più soltanto informare il pubblico sull’emergenza climatica “con un giornalismo ambientale di qualità, radicato nei fatti scientifici”, ma quello di contribuire attivamente al cambiamento di cui abbiamo un disperato bisogno. “È tempo di agire”, scrive la redazione e “noi non staremo zitti”. È necessario che la crisi climatica ed ecologica non sia più raccontata come un semplice fatto di cronaca, ma diventi la narrazione del nostro presente.

Le scienze sociali riconoscono i mass media come attori chiave nell’identificazione e nell’interpretazione delle questioni ambientali. Infatti, i modi in cui la crisi climatica ed ecologica viene inquadrata nella narrazione dai principali mezzi di informazione, ne modellano la salienza nell’immaginario del pubblico.

Eppure nei principali giornali italiani, nonostante qualche adesione formale al progetto Covering Climate Now, non esiste ancora una sezione interamente dedicata alle due più grandi crisi che stiamo vivendo, climatica ed ecologica, e al fatto che ci troviamo nel mezzo della Sesta Estinzione di Massa. Inoltre, come dimostrato dall’ISTAT e dall’Eurobarometro, per i cittadini italiani la fonte di informazione preferita in materia ambientale rimane quella dei programmi televisivi. Tuttavia in Italia, nel 2019, solo l’1,3% delle notizie dei principali TG ha riguardato la crisi climatica, praticamente nessuna ha riguardato la crisi ecologica. La parola più utilizzata a livello di comunicazione di temi ambientali è “maltempo”, che sminuisce e decontestualizza i singoli fenomeni evidenziando la mancanza di una visione d’insieme degli eventi.

Se oggi persino molti scienziati prendono posizione, perché non dovrebbe farlo chi per mestiere è chiamato a raccontare la più grave emergenza della nostra epoca? È eticamente accettabile mantenersi neutrali di fronte a questa minaccia?

LE NOSTRE RICHIESTE AI MEDIA:

  1. Che venga ufficialmente dichiarato l’impegno di dire la verità sull’emergenza climatica ed ecologica, impegno che si concretizza anche attraverso la lotta alla disinformazione e al negazionismo e nel sottolineare il consenso della comunità scientifica sulle tematiche trattate;
  2. Che vengano inseriti riferimenti appropriati alla crisi climatica ed ecologica in articoli che ne esplorano le cause, gli effetti e le responsabilità ma anche in articoli di politica, economia, tecnologia, affari internazionali, energia, immigrazione, salute, cibo, sport, arte e altro ancora;
  3. Che non vengano più accettate pubblicità e denaro dalle industrie dei combustibili fossili e altre aziende che stanno distruggendo la vita e mettendo in pericolo il nostro futuro;
  4. Che giornalisti ed editori siano formati su tutti gli aspetti necessari per comprendere, e quindi divulgare correttamente, le basi scientifiche del clima, dell’ecologia, delle soluzioni tecnologiche e sociali, e dell’evolvere della risposta politica alla crisi climatica e all’emergenza ecologica;
  5. Che vengano evidenziati

-il collegamento con il collasso climatico in ogni storia su eventi meteorologici estremi, trattati come parte di un’unica grande crisi e non come fenomeni isolati ed episodici;

-il collegamento con il collasso ecologico e la devastazione degli ecosistemi, per esempio le crisi sanitarie e pandemie in corso. Chiediamo tali tematiche siano affrontate con l’urgenza propria di un’emergenza, attraverso articoli quotidianamente in prima pagina su entrambe le crisi.

  1. Che vengano creati e pubblicati degli “standard per i media nel raccontare la crisi climatica e la crisi ecologica” e che venga utilizzato un linguaggio emergenziale per descrivere queste crisi. Non chiamiamolo “cambiamento climatico”, ma diamo un nome a questa minaccia: “crisi climatica”, “collasso climatico”, “distruzione climatica”, o “emergenza climatica”. Ugualmente, la “perdita di biodiversità” è stata sostituita nel linguaggio di alcuni accademici internazionali di spicco da linguaggi più appropriati alla realtà dei fatti, quali “annichilazione biologica” e “sesta estinzione di massa”. Occorre parlare di “crisi” o “emergenza ecologica”.
  2. Che si scriva e parli di politica del clima, della necessaria protezione degli ecosistemi e della biodiversità e delle soluzioni sistemiche all’emergenza. Le soluzioni individuali, che scaricano il peso e la colpa della crisi sui singoli, non potranno risolvere questa situazione. Abbiamo bisogno di un cambiamento sistemico.

Non ci sarà giornalismo su un pianeta morto.

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Riferimenti

Climate pledge del The Guardian

Climate change, cultural cognition, and media effects: Worldviews drive news selectivity, biased processing, and polarized attitudes

Covering Climate Now: Iniziativa promossa da The Nation, Columbia Journalism Review e The Guardian che punta a riunire i media da tutto il mondo, grandi e piccoli, nel comune obiettivo di fornire al pubblico una maggiore informazione sul tema dell’emergenza climatica

Rapporto Eco Media dell’osservatorio OSA scaricabile da qui

In media coverage of climate change, where are the facts?, Berkeley News