Attivista perde il vecchio lavoro per un sit-in: il TAR Lazio non annulla il foglio di via

05 Mar 2025 - Extinction Rebellion Italia
Press



Roma, 05/03/2025 - Il TAR Lazio conferma il foglio di via di 15 mesi da Roma a un’attivista di Extinction Rebellion, domiciliata e impiegata in città, espulsa per aver semplicemente partecipato a un sit-in pacifico a novembre scorso. “La decisione del TAR legittima le espulsioni arbitrarie operate dalle Questure, sebbene le denunce non siano ancora state vagliate dalla magistratura tramite l’applicazione delle leggi antimafia contro chi protesta in maniera nonviolenta. Perderò il lavoro per una decisione ingiusta”.

Il TAR del Lazio, con una sentenza dell’11 febbraio, ha respinto la sospensiva del “foglio di via obbligatorio” a Sabina, un’attivista di Extinction Rebellion espulsa da Roma a novembre scorso per aver partecipato a un sit-in pacifico sotto il Ministero dell’Interno. Nonostante la documentazione presentata dagli avvocati della donna dimostri il suo legame con la città, dove è domiciliata da due anni e dove lavora, i giudici amministrativi affermano che “come emerso da primi accertamenti e diversamente da quanto dichiarato dalla ricorrente, la stessa non è risultata risiedere in Roma”. Un’applicazione illegittima del Codice Antimafia del 2011, che esplicitamente prevede che il foglio di via obbligatorio non possa essere dato a chi vive, lavora o studia in quella città. Una decisione contro la quale è già stato depositato ricorso al Consiglio di Stato da parte dei legali di Extinction Rebellion.

“Tutto questo è surreale! Devo lasciare la mia vita e i miei affetti per aver partecipato a una manifestazione estremamente pacifica. Provo molta rabbia per la negazione dei miei diritti. La noncuranza della Questura mi indigna e preoccupa, vorrei invece potermi sentire tutelata e che i miei diritti fondamentali fossero riconosciuti” dichiara Sabina. Il 22 novembre 2024, oltre un centinaio di persone aveva occupato simbolicamente con tende e sacco a pelo la piazza del Viminale, sotto il Ministero dell’Interno che ha promosso il nuovo DDL Sicurezza. Nonostante il tono radicalmente nonviolento della manifestazione, dopo qualche ora, oltre 70 persone sono state portate di peso in Questura, e 33 sono state definite “socialmente pericolose” ed espulse dalla città con un foglio di via obbligatorio. A Sabina era stato notificato un foglio di via di 15 mesi, corredato dall’ordine di lasciare Roma entro due ore. Quel giorno stesso fece presente ai funzionari di polizia di vivere a Roma e di non poter essere bandita dalla città, ma le sue dichiarazioni furono ignorate. Il giorno successivo, seguendo la procedura e supportata dal suo avvocato, fece immediatamente richiesta di annullamento al Questore, il quale negò l’annullamento e costrinse Sabina a fare ricorso al TAR, chiedendo la sospensiva del provvedimento. Dopo mesi di attesa, la sentenza: il TAR Lazio conferma il foglio di via. Una battaglia burocratica di carte bollate e definizioni formali, basate su un’alterazione dei fatti e una distorsione dei criteri di valutazione della “pericolosità sociale” delle persone. Sabina vive e lavora a Roma. Lavoro che tuttavia perderà a breve, e verrà sostituito da un contratto in smartworking per un paradosso: deve andarsene da Roma perché non lavora lì, ma non può lavorare a Roma perché non può stare in città.

“Di fronte alla continua erosione del diritto al dissenso, non resta che disobbedire a ogni misura ingiusta e riaprire spazi di partecipazione democratica che ogni giorni vengono chiusi” commenta Extinction Rebellion, in riferimento alla decisione di molte persone colpite da foglio di via di violare apertamente questa misura. Le misure repressive non sembrano infatti stiano intimorendo il movimento: proprio qualche giorno fa, su tutte le pagine nazionali è stato annunciato l’inizio di una nuova campagna di mobilitazione, la “Primavera Rumorosa”, che culminerà a Roma dal 25 aprile al 1° maggio, per una settimana di marce, manifestazioni nonviolente e concerti. “In un’Italia messa in ginocchio da alluvioni e siccità, e con un piano energetico nazionale che prevede un aumento degli investimenti pubblici in combustibili fossili, il foglio di via dovrebbero darlo al governo” conclude Extinction Rebellion.

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