La verità nascosta

28 Jan 2021 - XR Italia
Press XR Piemonte



Ad un anno esatto dalla dichiarazione di emergenza climatica e ambientale della Regione Piemonte, gli attivisti di Extinction Rebellion Torino insieme ad alcuni attivisti di Fridays For Future, sono tornati in azione in Piazza Castello.

Con la giornata di mobilitazione di oggi, Extinction Rebellion e Fridays For Future intendono commemorare tutte le vittime di disastri ambientali di cui i governi comunali, regionali e nazionali, si sono resi responsabili ignorando gli allarmi che la comunità scientifica lancia da oltre 30 anni.

Una grandissima installazione artistica è comparsa questa mattina su tutta la piazza. Tanti cartelli bianchi con i numeri delle vittime e dei danni economici che i disastri ambientali degli ultimi due anni hanno causato. Al centro della piazza, una gigantesca scritta rossa rivolta verso il Palazzo della Regione: “Emergenza Climatica: un anno di parole vuote”. Nel frattempo, tramite una cassa altoparlante gli attivisti hanno mandato in riproduzione a tutto volume alcuni degli interventi dei precedenti consigli regionali piemontesi, in cui diversi consiglieri hanno negato apertamente la relazione tra attività umane e crisi climatica, definendo gli stessi attivisti come “catastrofisti” e “ideologici”.

Alle ore 11, alcuni di loro hanno portato in piazza una finta bara per mettere in scena il “Funerale del Futuro”. Gli attivisti hanno poi lasciato la bara simbolicamente sotto la sede del Consiglio Regionale. Gli attivisti hanno comunicato che rimarranno in piazza tutta la giornata, mantenendo l’installazione e dialogando con i passanti.

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Gli attivisti hanno scelto la data del 28 gennaio per denunciare, a distanza di un anno dalla dichiarazione dell’emergenza climatica, l’assenza di politiche strutturali lungimiranti da parte della Regione Piemonte e di strategie di adattamento che siano capaci di ridurre il più possibile l’impatto che la crisi climatica avrà sulle nostre comunità.

Non possiamo più nascondere la verità. Tutti i governi hanno fallito. Hanno la possibilità, le risorse e la responsabilità politica di fare ciò che è necessario per cambiare rotta. Le persone che ogni anno perdono la vita a causa della crisi climatica, oggi, sono la nostra sabbia dentro la clessidra.

Dichiarazione ufficiale

Cari consiglieri e care consigliere

c’è bisogno della vostra attenzione, del vostro impegno, di volontà, di lungimiranza, delle vostre risorse per la transizione. Ora. Non possiamo aspettare che alla fine della crisi pandemica, segua un’altra crisi, ancora più incontrollabile e più trasversale di quella che stiamo vivendo oggi.

Dovete farlo non solo per il benessere globale, per il benessere dei nostri futuri pronipoti, per ridurre le lontane migrazioni climatiche, per salvaguardare i nostri apparentemente scontati ecosistemi, e di conseguenza le api e il nostro cibo. Dovete farlo per voi stessi e per i bambini che siedono a tavola davanti a voi, la sera. Che vi guardano con l’ammirazione e la fiducia che solo i figli possono provare per i propri genitori.

Presidente Cirio, Assessore Marnati, dirigenti tutti e tutte: Stefania Crotta, Paolo Balocco, Paola Casagrande, Salvatore Martino Femia, Giuliana Fenu …

Siate lungimiranti, fatelo per voi, fatelo per noi, fatelo per i vostri e i nostri ragazzi.

Con Amore e Rabbia,

Extinction Rebellion e Fridays For Future

Cartella con le foto dell’azione: https://xrb.link/Gi1byV8MM5

MANIFESTO SCIENTIFICO

Il 15 ottobre 2019 il Consiglio Regionale del Piemonte ha bocciato l’ordine del giorno relativo alla “dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale”, proposto da Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali-Verdi, e dai Verdi piemontesi.

Quel giorno i ragazzi di Fridays For Future e di altri movimenti, presenti alla seduta consiliare, hanno invitato il Consiglio Regionale riunito in aula a prendersi le proprie responsabilità, ricordando che un ragazzo che cresce in Piemonte vive in media due mesi in meno rispetto a un suo coetaneo di un’altra regione italiana e che la pianura padana è costantemente oltre la soglia di sicurezza dell’OMS per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico.

Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte, in risposta alle parole dei ragazzi di Fridays for Future, ha dichiarato: “L’ambiente è un tema molto caro, ma che vogliamo tenere lontano e preservare da ogni tipo di atteggiamento ideologico, poiché ogni decisione ha delle conseguenze sulla vita di ciascuno di noi, sulla qualità dell’aria e sulla capacità economica e produttiva della regione”.

Allo stesso modo Paolo Bongioanni, consigliere di Fratelli d’Italia, ha definito catastrofisti i ragazzi di Fridays, sostenendo che la storia del nostro pianeta sia “un continuo cambiamento climatico” e, citando i negazionisti del cambiamento climatico Antonino Zichichi e Carlo Rubbia, che “non sia possibile accostare inquinamento e cambiamento climatico in modo diretto”. Infine è arrivato a dire che Greta Thunberg dovrebbe essere incoraggiata a continuare a studiare e che con buona pace degli integralisti ambientalisti sarà l’uomo con la chimica e la scienza a risolvere il problema. In seguito a questi interventi, gli attivisti hanno abbandonato l’aula. Quel giorno la maggioranza di centrodestra ha fatto mancare il numero legale per la votazione di un ordine del giorno sull’emergenza climatica.

Il cambiamento climatico non interessa solo il lontano “scenario globale”, non coinvolge solo “paesi distanti”, ma riguarda fortemente la nostra stessa regione Piemonte. Danneggia non solo gli ecosistemi “fini a se stessi”, ma ogni settore legato all’uomo, alla sua salute e al suo benessere: agricoltura, allevamento, industria, turismo etc... È innegabile l’interconnessione tra i servizi ecosistemici forniti dalla natura e le risorse economiche che ne derivano.

Il nostro intero sistema economico non può più basarsi sullo sfruttamento incontrollato della natura, come spiega “l’economia ecologica”, una branca dell’economia che studia come uscire da questo sistema tossico. Il sistema si deve capovolgere, dobbiamo cambiare il nostro punto di vista. Purtroppo non si tratta di “idealismi”, come commentato dal presidente Cirio durante il Consiglio del 15 ottobre 2019. I grandi cambiamenti sono già in atto anche in Piemonte, che ne è minacciato e già danneggiato. Ciò è testimoniato da dati ufficiali pubblicati sul sito web della regione Piemonte. Leggete bene quelli elencati di seguito.

A causa del cambiamento climatico la temperatura in Piemonte è già aumentata mediamente di 2,1°C per quanto riguarda le temperature massime e di 1,5°C per le minime. Questi dati mostrano una tendenza incrementale negli ultimi 60 anni (dal 1958 al 2018), decisamente maggiore rispetto all’andamento della temperatura media globale (pari a 1,1°C). Questi trend risultano ancora più drammatici per le zone montane. Si conferma la tendenza all’accelerazione del riscaldamento e si mostra parallelamente un aumento dei valori estremi. In Piemonte, stanno aumentando le notti tropicali (con temperature minime maggiori di 20°C), i giorni tropicali (con temperature massime oltre i 30°C) e stanno diminuendo i giorni di gelo (con temperature minime minori di 0°C). Sono poi in aumento i giorni con forti di raffiche di vento e i giorni di Foehn.

Sul territorio regionale si osserva una diminuzione delle precipitazioni, soprattutto in inverno (riduzione del 13-14% negli ultimi 60 anni) mentre nella stagione estiva si registra una diminuzione del numero di giorni piovosi e parallelamente un incremento delle piogge intense. Aumentano dunque gli episodi di alluvioni e i periodi di siccità.

Negli ultimi 30 anni l’altezza della neve al suolo ha subito ovunque una riduzione. Un dato particolarmente importante riguarda l’anticipo della fusione della neve primaverile, che influenza pesamente la disponibilità idrica - in particolare nei periodi estivi - dei territori a valle, aumentando la competizione e le difficoltà nell'approvvigionamento agricolo, idroelettrico, pastorale, ma anche domestico.

L’aumento delle temperature porta a una diminuzione delle esigenze di riscaldamento, ma soprattutto ad un aumento della necessità di raffrescamento estivo. Ciò implicherà un maggiore utilizzo di energia per tali fini a livello regionale.

Gli impatti di queste variazioni climatiche sono già presenti e saranno sempre più pesanti, e su molteplici settori. Ad esempio la produzione di vino piemontese è già impattata dalle variazioni climatiche: infatti si osserva un aumento della concentrazione zuccherina che causa problematiche nella produzione vitivinicola così come fatta fino ad oggi. Stanno inoltre incrementando le malattie virali acute trasmesse da zanzare, sicuramente favorite dalle temperature in aumento.

Questi sono dati collezionati da enti piemontesi per il Piemonte stesso, e pubblicati sul sito web della regione Piemonte nel Giugno 2020. Negarli è dunque impossibile. Agire, realmente, è d’obbligo.

“Sarà l’uomo con la chimica e la scienza a risolvere il problema” ha affermato il consigliere Bongioanni, in seduta consigliare il 15 Ottobre 2019. La chimica e la scienza hanno fornito i dati, confermando, anche sul territorio piemontese, gli spaventosi rischi climatici. Chimica e scienza già hanno mostrato le soluzioni. Ciò che manca è solo la volontà politica di impegnarsi. Di impegnare le proprie risorse umane ed economiche nella lotta al cambiamento climatico.

Il 28 Gennaio 2020 è stata approvata la dichiarazione di emergenza climatica in Piemonte; ma non bastano le dichiarazioni; non bastano le premesse corrette della dichiarazione e non bastano quei pochi impegni, per quanto ambiziosi, che sono stati presi, come la mobilità privata e pubblica meno inquinante, il rinnovamento industriale ispirato a nuove tecnologie, l’economia circolare, l’ammodernamento edilizio eco-sostenibile, il riciclo dei rifiuti, l’agricoltura a km0, il rifiuto delle colture OGM, il sostegno a politiche attive di prevenzione e contrasto al dissesto idrogeologico.

La dichiarazione di emergenza climatica, inoltre, sottolinea ancora una volta la contraddizione implicita all’incentivo dei lavori per la TAV, nonostante sia stata definita dannosa da molteplici esperti per l’ambiente (e non solo). Non risulta che gli impegni, formalmente presi nel Gennaio del 2020, abbiano portato ad evidenti risultati ora. O almeno non se ne trova comunicazione. Sottolineiamo l’incredibile mancanza della parola “adattamento” all’interno della dichiarazione regionale: è ormai globalmente accettato che non si potranno evitare i danni peggiori se non si agisce anche contrastando gli effetti negativi che subiranno i nostri amati territori e le loro risorse nel prossimo futuro. L’IPCC ha dichiarato necessarie le azioni di adattamento per evitare gli impatti più catastrofici sulla società, sugli ecosistemi, sull’economia. Il mancato adattamento avrà costi incredibilmente più alti, a cui la stessa Regione Piemonte dovrà far fronte nei prossimi decenni.

Per quanto riguarda invece gli impegni di mitigazione, il PEAR (piano energetico ambientale regionale) si pone un obiettivo di riduzione delle emissioni incredibilmente basso e non aggiornato a quelle che sono le evidenze scientifiche, riconosciute anche dall’Unione Europea.

Apprendiamo dal documento di indirizzo pubblicato a fine novembre 2020, che gli obiettivi di mitigazione che si è data la Regione Piemonte sono del 55-60% entro il 2030 e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Ma dov’è la roadmap che condurrà la Regione a questi risultati? Dove sono gli obiettivi di adattamento specifici? Vogliamo che sul sito della Regione Piemonte venga pubblicato il piano dettagliato tramite cui si vuole attuare la Strategia Regionale sul Cambiamento Climatico. I cittadini hanno il diritto di essere informati, oltre che interpellati per attuare le strategie.

C’è bisogno del vostro impegno, della vostra volontà, della vostra lungimiranza per la transizione. Ora. Non possiamo aspettare che alla crisi pandemica segua un’altra crisi, ancora più incontrollabile e più trasversale di quella che stiamo vivendo oggi.

Dovete farlo non solo per il benessere globale, per il benessere dei nostri futuri pronipoti, per ridurre le lontane migrazioni climatiche, per salvaguardare i nostri apparentemente scontati ecosistemi, e di conseguenza le api e il nostro cibo. Dovete farlo per voi stessi e per i bambini che la sera siedono a tavola davanti a voi. Che vi guardano con l’ammirazione e la fiducia che solo i figli possono provare per i propri genitori. Presidente Cirio, Assessore Marnati, dirigenti tutti: Stefania Crotta, Paolo Balocco, Paola Casagrande, Salvatore Martino Femia, Giuliana Fenu … Siate lungimiranti, fatelo per voi, fatelo per noi, fatelo per i vostri e i nostri ragazzi e bambini.

Avete la possibilità, le risorse, la responsabilità politica e speriamo anche la capacità e la volontà di fare scelte lungimiranti!

Riferimenti