Scritto il 30 Nov 2019 da XR Milano - Notizie
Milano - È stata una settimana importante quella tra il 25 novembre e il 1 dicembre. Molti attivisti in centinaia di città del mondo infatti, si sono riuniti nel Global Strike del 29 Novembre per alzare nuovamente la voce contro l’inerzia dei governi nel non affrontare la crisi ecologica che la terra sta affrontando. A Milano è apparsa, davanti al Teatro alla Scala, anche un’altra scena di ribellione, la quale ha visto un attivista di Extinction Rebellion accogliere l’iniziativa del Global Hunger Strike di protestare contro crisi ambientale, attraverso un’intera settimana di sciopero della fame proprio all’apertura del COP25 di Madrid.
Il Global Hunger Strike lanciato da Extinction Rebellion è iniziato il 18 Novembre e ha visto la partecipazione di diverse centinaia di persone provenienti da diverse parti del mondo. L’iniziativa infatti ha avuto una eco internazionale, interessando luoghi che vanno dalla Nuova Zelanda all’India e dall’Ecuador all’Inghilterra. In Italia, la “fame di cambiamento” ha dato la forza all’attivista settantenne di Milano di presentare al Comune di Milano, alla Regione Lombardia e al governo nazionale le richieste di cui Extinction Rebellion si fa portatore per fronteggiare la crisi climatica ed ecologica:
Le richieste portate da Extinction Rebellion cercano infatti di riportare in primo piano le criticità ambientali all’interno degli obiettivi del Comune di Milano e dell’amministrazione pubblica italiana, affinché, oltre ad avere un risposta concreta alla corrente devastazione ambientale, si possa aiutare la popolazione nel prendere coscienza dell’importanza del tema, favorendo così un contrasto pubblico e privato alla crisi climatica ed ecologica.
Al contempo, il 28 Novembre il Parlamento Europeo ha dichiarato l’emergenza climatica, ma per quanto questa notizia possa far ben sperare sulla presa di coscienza del problema che l’intera società sta affrontando, le risposte che vengono date non sono sufficienti ad arginare la crisi. La scelta di impegnarsi per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 non risponde infatti ai danni che una così lenta decarbonizzazione dell’economia porterà all’interno del sistema planetario. Ogni giorno assistiamo infatti alle conseguenze della crisi climatica ed ecologica, come il rapido processo di desertificazione e il mancato accesso all’acqua potabile[1], ed il tutto non sembra rallentare visto che le emissioni di anidride carbonica hanno ormai raggiunto l’ennesimo record.
Ci auguriamo quindi che il Comune di Milano, così come altre comunità, a partire dall’Italia e dall’Europa, possano ascoltare il messaggio di Extinction Rebellion e dei suoi coraggiosi portavoce affinché si possa affrontare tutti insieme questa grande sfida.
l terreno a zolle dure e separate su cui questa donna indiana sta camminando era il fondo del lago Usmansagar a Hyderabad, la capitale dello stato indiano Andhra Pradesh. Nel 2003 un’ondata di calore anomala ha attraversato tutto il paese, provocando oltre 1.200 morti
[1] Scrive l’economista indiana Jayati Ghosh (Internazionale 1334/2019): “è vero che viviamo in un pianeta blu, ma meno del 3% della nostra acqua è potabile, e in buona parte è inaccessibile (ad esempio perché all’interno di ghiacciai). Dal 1960 la quantità di acqua potabile disponibile si è più che dimezzata, lasciando più del 40% della popolazione mondiale in condizioni di stress idrico. Entro il 2030 la domanda di acqua potabile eccederà la sua disponibilità di circa il 40%”